GSS - 435 Li/SV - Grotta degli SCOGLI NERI
IN GROTTA
Regione: | Liguria |
Provincia: | Savona |
Comune: | Giustenice |
Località: | Vers. NO Bric Tampa |
Area Carsica: | SV 25 |
Quota dellIngresso: | 720 m slm |
Dislivello: | -200 m |
Sviluppo Reale: | 4800 m |
Nota Bene: L'accesso di questa cavità é regolamentato.
Il Comune di Giustenice, concordemente alla Delegazione
Speleologica Ligure, ha provveduto a installare un cancello di chiusura
alla grotta, onde porre termine all'asportazione del minerale di
aragonite, caratteristica peculiare di questo complesso sotterraneo. Per
ottenere il permesso di accesso contattare la Segreteria della
Delegazione Speleologica Ligure;
Geologia
E' la più estesa cavità della Liguria; si sviluppa su più piani
sovrapposti entro le bancate di calcare più puro della stessa formazione
delle "Dolomie di San Pietro ai Monti" in cui si apre il Garbo de
Cunche, che, geneticamente, fa parte probabilmente dello stesso reticolo
carsico. Essa si é formata in prevalenza in condizioni sommerse, quando
tutta la zona si trovava ancora al di sotto dell'alveo del Torrente
Maremola, che solo in tempi geologicamente molto recenti ha inciso la
gola sottostante ai "Santi" di Magliolo, prosciugando tutto il
massiccio. Ad un reticolo a forma di labirinto, caratteristico del suo
sviluppo sommerso, si e sovrapposta poi un'incisione di tipo torrentizio
tipica di un'evoluzione con acque correnti a pelo libero. Nelle zone
più profonde, ancor oggi, si ha però per la maggior parte dell'anno un
completo allagamento delle condotte.
Avvicinamento
Dal casello autostradale di Pietra Ligure si raggiunge l'abitato
medesimo, sul mare. Da qui, dirigendosi verso levante, si trova
agevolmente la strada che in km 4 conduce, nell'immediato entroterra, al
paese di Giustenice. Giunti sulla piazza del Municipio, si imbocca la
strada per Monte Carmo - Bardineto. Superate le ultime case di
Giustenice, la strada diventa in terra battuta e si arrampica a
tornanti, inoltrandosi nel bosco. Si percorre quindi un ultimo tratto
attraverso un pendio completamente scoperto, sino a raggiungere una
curva, ove si possono parcheggiare le auto. Proprio in corrispondenza
del gomito della curva, si diparte un sentiero; subito dopo il sentiero
presenta un bivio: bisogna continuare a scendere. Si incontra, nel
bosco, una costruzione, dalla quale sgorga una fonte. Da questo punto il
sentiero riprende a salire, per poi ridiscendere ancora, sul versante
della Valle Maremola. Dopo il sentiero ridiventa pianeggiante, per poi
riprendere ancora una volta a scendere ripidamente: proprio qualche
metro prima di questo punto bisogna inoltrarsi a destra, per un sentiero
precipite lungo un solco torrentizio ripidissimo, che conduce
direttamente all'ingresso della grotta.
Descrizione Grotta
L'ingresso (punto 1) si presenta come un triangolo alto e stretto.
Dopo pochi metri la volta si abbassa ed assume forma ellittica: qui e
stato costruito dal Comune di Giustenice il dispositivo di chiusura di
cui si accennava innanzi (punto 2).Superato lo sportello, la galleria si
sviluppa, ora alta ora bassa, ma sempre a profilo ellittico, più o meno
orizzontale, sino ad un netto salto verticale di circa 7 metri (P7),
facilmente superabile: dapprima si traversa con l'ausilio di una corda
fissa, quindi si scende la parete gradonata, aiutandosi sempre con la
corda. Da qui la galleria si fa più ampia e discendente, sino a
raccordarsi con una ripida rampa ingombra di massi di frana, ad un'ampia
sala denominata quadrivio. Da qui si dipartono appunto quattro rami: la
galleria di arrivo, il Ramo della Frana, il Ramo delle Ossa, la Via
Normale.
Via Normale - al quadrivio è necessario raggiungere la
parete esattamente di fonte alla galleria da cui si è arrivati
(caposaldo 36 rosso); questa si costeggia verso sinistra, immergendosi
in uno stretto passaggio tra i massi di frana, che immette in una
scivolosa condotta discendente, a sezione ellittica. Si raggiunge cosi
l'orlo di un salto (punto 3) di metri 5, che strapiomba in un più ampio
vano: uno stretto passaggio verticale in una depressione, sulla destra,
sbuca alla base del salto. Si segue per alcuni metri la parete sinistra
della galleria, sino ad incontrare il caposaldo 43 rosso: qui si apre
una buca ellittica di diametro modesto (circa cm 70), che bisogna
scendere quasi verticalmente, in contrapposizione, utilizzando le
numerose cengette. Un breve scivolo (toboga) sbuca infine in una
saletta: in diretta prosecuzione, una galleria discendente conduce al
Pozzo Verde. Svoltando invece seccamente verso sinistra, compiendo in
pratica un'inversione ad "U", si prosegue per una galleria dapprima in
leggera discesa, poi orizzontalmente, sino al caposaldo 66 rosso, dove é
necessario abbandonare la medesima, risalendo in arrampicata un salto
verticale di circa metri 3. Da qui si diparte una galleria orizzontale
che, dopo una decina di metri, si amplia e risale, ingombra di massi di
crollo. Raggiunto il punto più alto, si ridiscende ripidamente, e dopo
circa tre metri si imbocca un basso cunicolo che si apre sulla parete
destra; quest'ultimo ha andamento pressoché orizzontale, ma dopo una
decina di metri si raccorda ad una diaclasi verticale, alta e stretta
(canyon), che bisogna percorrere, scendendo, in contrapposizione. Al
termine della diaclasi riparte una galleria in leggera discesa: prima di
raggiungerne il fondo, ingombro di massi, sulla parete destra, presso
il caposaldo 80 rosso, si diparte un cunicolo dapprima orizzontale che,
dopo una secca svolta a sinistra, risale ripido tra blocchi di frana
sino ad un vano più ampio: qui, in corrispondenza del caposaldo 83
rosso, confluisce, da destra e dall'alto, la "via direttissima",
proveniente dal ramo delle Ossa. La Via Normale si sviluppa verso
sinistra, scendendo e salendo; un'ulteriore svolta a destra immette in
un nuovo cunicolo orizzontale, a perfetta sezione semiellittica,
ingombro di massi. Si prosegue ancora con varie svolte a destra ed a
sinistra, continui saliscendi, sino ad un agevole saltino verticale di
circa due metri. Attenzione: tre metri dopo, alla base della parete di
sinistra della galleria che prosegue in ripida salita, si apre un
angusto passaggio (sopra il quale campeggia un 22 scritto in vernice
verde); il cunicolo, dopo alcuni metri, diventa più ampio, e scende
ripidamente in una vasta sala dominata da un enorme blocco di pietra
(Sala del Masso). Ancora uno stretto passaggio verticale porta alla base
del grande macigno che praticamente divide in due il ramo inferiore
della grotta. Proseguendo verso destra, la grande galleria meandriforme
conduce, dopo aver attraversato la Sala Meravigliosa (che ormai ben poco
conserva dell'antico splendore di cristalli di aragonite), sull'orlo
della Voragine, un impressionante pozzo che sprofonda nel buio per oltre
60 metri, e che termina con un ulteriore pozzetto di circa 20 metri,
nel quale precipita il torrentello che scorre alla base della Voragine.
Per la discesa é consigliabile usare una corda di sicura. Ritornati alla
Sala del Masso, si gira a sinistra attorno al medesimo, e si imbocca
una diaclasi verticale completamente tappezzata di cristalli di
aragonite. Si raggiunge cosi l'orlo di un salto che si evita
attraversando, con cautela, una stretta cengia sulla sinistra, per poi
scendere ripidamente alla base del salto stesso. Da qui l'alta galleria
caratterizzata da un forte stillicidio, prosegue in discesa fino al
Lago. Attenzione, però, perché questo bacino d'acqua é temporaneo ed
assai capriccioso: infatti per anni si può trovare completamente
asciutto e, viceversa, può essere ricco d'acqua anche in periodi di
siccità.
Via Diretta - Ramo delle Ossa: dal Quadrivio, si prende
la via più a destra rispetto direzione di progressione. Scese alcune
decine di metri per l'ampia galleria, sul lato sinistro della medesima
si raggiunge uno slargo dove un ripido sprofondamento, spesso bagnato e
scivoloso, si collega ad un basso passaggio dal fondo fangoso, che
conduce ad una serie di condotte a sezione quasi circolare. Salito un
breve saltino di circa un metro, si prende la galleria immediatamente a
destra, che si segue fino a dove la volta si innalza in diaclasi. Si
prosegue, a sinistra in basso, sino a raggiungere altre piccole condotte
che portano ad uno sbocco unico, in una galleria più ampia ingombra di
detriti. Giunti ad un bivio, ci si inoltra per l'invitante via più ampia
(a sinistra), per poi immediatamente imboccare una galleria intermedia
più angusta, sulla destra, che conduce ad un piccolo vano e, in breve,
ad un saltino di circa metri 4 (cordino utile per la risalita). Alla
base del saltino, ci si ricongiunge alla Via Normale precedentemente
descritta (caposaldo 80 rosso).
Liberamente tratto da:
Le Nostre Grotte - Guida speleologica ligure, Società Speleologica Italiana 1987: pag. 88